Leggendo così velocemente i due termini potrebbero addirittura sembrare dei sinonimi, ma in realtà hanno un significato ben diverso.
Per rischio si intende la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone. Il concetto di rischio implica l’esistenza di una fonte di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno. Ecco che allora diventa importante capire come fare a valutare i rischi che le attività lavorative possono generare, considerando la gravità delle conseguenze a danno dei propri lavoratori.
Dopo aver valutato il rischio, è fondamentale verificare se mettendo in atto delle misure di prevenzione (tramite DVR – Documento Valutazione Rischi) e di protezione (DPI – Dispositivi di Protezione Individuale), si riesce a ridurlo fino a renderlo accettabile.
Come calcolare il rischio?
Spetta al Datore di Lavoro in collaborazione con le proprie figure della sicurezza (RSPP, Medico Competente e RLS), esaminare tutte le attività lavorative e valutare tutti i rischi che le stesse possono generare sui lavoratori. Applicando una semplice formula scientifica, si calcola la matrice di rischio:
Rischio = Probabilità di accadimento del rischio X gravità del Danno che quel determinato rischio è in grado di generare.
Dal valore ottenuto, si cerca di capire se il rischio è accettabile e quindi non c’è la possibilità di migliorarlo, oppure se esistono delle misure di prevenzione e protezione aggiuntive o diverse che consentono di ridurlo ulteriormente.
Quali sono i rischi più conosciuti?
Molti sono gli esempi di rischio e tra i principali possiamo citare le lavoratrici in stato di gravidanza, il rumore, le attrezzature, la movimentazione manuale dei carichi, lo stress da lavoro correlato, ecc…
Tutti i rischi vengono generati dallo svolgimento delle attività lavorative e non, da parte dei lavoratori, mediante l’impiego o meno di attrezzature o macchinari.
Cosa si intende per pericolo?
Per pericolo si intende la possibilità che delle attrezzature, delle sostanze, delle pratiche di lavoro, dei comportamenti, o quant’altro possano causare danni alle persone. In relazione alla gravità del danno che può essere generato, anche il rischio subisce una pesante variazione che deve dare origine a delle misure di prevenzione e protezione atte a diminuire il fattore di rischio.
Come prevenire un rischio?
La prevenzione è il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno.
È compito del Datore di Lavoro, in collaborazione con l’RSPP, il Medico Competente e l’RLS, effettuare una scrupolosa Valutazione dei Rischi, utile per poter definire tutti i rischi che le attività lavorative possono generare e a fronte di ciò definire tutte le misure di prevenzione necessarie, come ad esempio: · l’informazione, la formazione e l’addestramento dei lavoratori; · evitare situazioni di pericolo che possano determinare un danno probabile (rischio); · l’adozione di comportamenti e procedure operative adeguate.
Sono tutte quelle azioni di difesa che si attuano per proteggersi da eventuali danni. In altre parole, sono tutte quelle azioni assunte a ridurre l’entità del danno a cose e persone. Laddove con misure di prevenzione, non si riesce a ottenere un ottimo risultato per la salute dei lavoratori, diventa necessario integrare delle misure protettive; tali misure possono essere identificate mediante l’impiego di Dispositivi di Protezione Individuali (DPI). A differenza della prevenzione, la protezione entra in gioco solamente quando non è possibile eliminare parzialmente o totalmente un rischio, se non mediante l’impiego di sistemi di protezione.
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